MI PIACI, MI PIACI, MI PIACI, MI PIACI

La meravigliosa Raffaella Carrà nel 1971 cantava e ballava il “Tuca Tuca” scandalizzando tutti.  Il motivo di tanto clamore? Il ballo era considerato trasgressivo per le mosse, per il testo, ma soprattutto per quell’ombelico esposto. Alberto Sordi però la accompagnò nello sketch televisivo e riuscì cosi a “sdrammatizzare” questo ballo con la sua ironia. La storia del Tuca, Tuca e di come rappresenti un pezzo di televisione italiana mi è sempre piaciuta e ogni volta che penso al nostro Vitis Alba mi torna in mente questo ballo e la bellissima Raffaella Carrà.

Il famoso Tuca, Tuca

Come al solito me la sono presa un po' alla larga per presentarvi l’ultimo arrivato nella famiglia dei vini della Tenuta Roveglia. Con grande orgoglio ecco qui, coccolato dal nostro Tommaso, che ha avuto l’onore di seguirne la sua creazione da quando le uve sono arrivate in cantina: il nostro Vitis Alba, annata 2020, uve Tuchì, Tuchì in purezza. Ecco adesso è più chiaro perché mi ricorda il Tuca, Tuca. Ma non solo perché i due nomi un po’ si richiamano a vicenda, ma perché ogni volta che bevo, “pardon” degusto il nostro Vitis Alba il primo pensiero che mi viene in mente è “mi piaci, mi piaci, mi piaci”.

Tommaso e il nostro Vitis Alba

Io non sono un’enologa e neanche sommelier (non ancora) per cui vi rimando alla scheda tecnica del vino per un approfondimento https://tenutaroveglia.com/vitis-alba. Invece qui vorrei stuzzicarvi (in fondo è il mio diario) con qualche curiosità che riguarda questo vino.

Ma che Doc è? Mai sentita.

E’ la Doc più piccola d’Italia. Sissignori, solo 50 ettari, ma con radici storiche molto profonde. La doc infatti ha la stessa età del Lugana.

Tuchì, Tuchì, cioè?

Se però ti dico Tocai friulano, allora fai “ahh quello lo conosco”. Ecco si tratta del “ex Tocai friulano” per intenderci. Nel 2007 l’unione Europea ha vietato l’utilizzo del nome Tocai in quanto troppo simile a quello della denominazione di origine controllata ungherese del vino Tokaji. In Veneto si parla di Tai, nella zona di San Martino della Battaglia prende il nome di Tuchì. Mistero risolto. Ma qui incomincia la parte più bella. Tuchì in dialetto bresciano (e da queste parti si parla proprio questo) significa un piacevole tocco, piccola cosa, quasi un gesto di protezione nei confronti della vicinanza con un vitigno così importante come la Turbiana, ma non solo qui si tratta di un acino piccolo, fragile dalla buccia sottile.

Ma è veramente un vitigno autoctono?

Si, era già presente durante la battaglia di Solferino e San Martino combattuta nel 1859 in occasione della seconda guerra di indipendenza italiana. Sebbene sia ricordata come una battaglia molto cruente, l’origine della Croce Rossa risale proprio a questo evento storico.  

Vitis Alba, perché?

Perché le viti che danno vita a questo straordinario vino vedono per primi l’alba di un nuovo giorno. Il vigneto è infatti situato in collina morenica sul versante sud, sud-est. E il buon giorno si vede dal mattino…

Adesso che vi ho stuzzicato con queste curiosità, ecco dove potete provare il nostro Vitis Alba.

Premetto che si tratta di un vino di nicchia per cui non ne abbiamo fatto molte bottiglie, ma lo si trova nel nostro Wine shop, nel nostro eCommerce e naturalmente lo porteremo al Vinitaly dove saremo presenti.  E ci troverete qui: Palaexpo, Zona Lugana, stand A11. Vi aspettiamo!